lunedì 3 dicembre 2007

...Ma che lavoro? In Kirby? Vediamo....

Allora siore e siori, inizio pure io a redigere questo diario sulla Kirby sfruttando le orme di altri già presenti in rete su questo tema.
E perchè lo fai, se già altri ce ne sono? Potrebbe essere la domanda più pertinente.
Perchè per quanto da altre parti ci siano stati i commenti pro (pochissimi e quasi tutti "pilotati") e contro (tantissimi e quasi tutti spontanei) c'è bisogno, a parer mio, di far luce una volta su tutte di cosa effettivemente si trova in kirby affinchè uno possa scegliere indipendentemente se iniziare o no, continuare o smettere, crederci o mandare al diavolo tutto.
Ok, mi presento. Mi chiamo Emanuele e per 4 anni sono stato direttore di un grosso centro Kirby. Si si, direttore (che in kirby assume acronimi enigmatici, nel mio caso DPS); proprio quello che dice le panzane al corso; quello che "lava" il cervello degli adepti, quello che espone la propria faccia al pubblico ludibrio dei pochi che hanno la facoltà del dubbio quando presenziano al corso (ahimè e sono pochi, la dove molti sono ingenui sognatori di un futuro milionario).
Ma a mia discolpa c'è un piccolo particolare; fintanto che sono rimasto in "servizio" io e il titolare abbiamo cullato un sogno: quello di lavorare come una vera azienda commerciale. No a nomi di parenti e amici raccolti al corso, poche promesse, quasi tutte mentenute, no a castronerie pseudo-scientifiche sulle possibilità mirabolanti di un ottimo aspirapolvere (perchè quello, diavolo porco, è!), no a meeting catartici con musica a palla, no ad atteggiamenti mistico-esistenzialisti, no a retoriche proto-individualiste, etc etc.
Per 3 anni siamo stati il fiore all'occhiello delle aziende kirby; 16 consulenti, gente con mesi se non anni di servizio alle spalle, ottimo fatturato, vendita del kirby che si aggirava da un minimo di 1800€ ad un massimo di 2000€ (che rimangono tanti, ma per Dio meno dei 3500€ di molti altri distributori), telefoniste poche, ma tutte con uno straccio di contratto depositato, selezione reale dei consulenti basato su reclutamento non telefonico. Questo fino all'inizio del 2006, poi... il cambiamento!

Tutto nacque da un meeting dirigeziale in quel di Roma. Io per anni evitai al minimo la mia partecipazione a quei raduni, ma poi, sfiancato dalle richieste del mio titolare, cedetti e partii alla volta del verbo. Appena entrato nella sala della convection rimasi allucinato. La parola era ad uno dei direttori di divisione (che per motivi di carità cristiana non ne evidenzierò il nome). Un panzone illetterato che urlava cose per lo più sconnesse e quelle poche intelligibili erano di una banalità insopportabile. Feci per andarmene. Il mio titolare mi trattene con un placcaggio inver degno di una seconda linea dei pumas argentini. Mi sedetti. Poco dopo prese la parola il direttore generale della kirby Italia: Marco Reato. L'unico che della kirby Italia aveva le idee ben chiare. Già all'inizio del 2006 precorreva i tempi (ma lo diceva già da un paio di anni), esortando i suoi colleghi a non abbassare la guardia controllando ed evitatando un lavoro che non fosse eticamente corretto (per quanto non possa essere del tutto scevro da furberie un lavoro di quel tipo). Infatti gli uffici di Roma da quando lui ne è uscito (è più di un anno) hanno iniziato a comportarsi alla stregua del 95% degli altri uffici italiani: male!
Accettai con riserva le parole di Reato; ma subito dopo iniziò una pantomima un altro dei direttori di divisione. Uno sproloquio di retoriche da paese sudamericano condito con doppisensi da carcere minorile e ostentazione farneticante tipo cumenda milanese in vacanza alla valtour di Creta (anche se milanese, dall'accento non era). Io sfruttando un attimo di esitazione del mio titolare riuscii ad eludere il suo placcaggio e me ne andai fuori da quel convivio di pazzi. Non ci entrai più. Il mio titolare lo rividi oltre un'ora dopo, lui mi scrutò come un padre che guarda il figlio dopo che ha combinato una marachella. Io feci spallucce e ci ritrovammo in macchina sulla via del ritorno. Per una buona manciata di chilometri ognuno fu chiuso nei propri pensieri, poi fui io a rompere gli indugi:

Io) - Una cosa del genere avrebbe fatto impallidire una seduta del PCUS
Lui) Non disse nulla (forse non sapeva cosa fosse il PCUS)
Io) - Ma è possibile che la Kirby debba essere in mano a gente di quel tipo?
Lui) Continuò a non dire nulla.
Io) - L'unico mi è sembrato Reato, ma gli altri non li toccherei nemmeno con la canna da pesca.
Lui) Inizialmente continuò il suo silenzio, poi all'improviso mi rispose con un lapidario commento: - Quelli che tu pensi idioti, sono miliardari!

Fu l'inizio della fine.



Continua....

5 commenti:

demetra ha detto...

Non so da quando é in rete questo commento poiché solo in questi giorni ho avuto "il piacere" di avere a che fare con una pseudo-azienda che si occupa della vendita del famoso Kirby. Sarei curiosa di sapere qualche dettaglio anche perché sto valutando come procedere contro di loro

valentina ha detto...

Io non ho parole per quello che mi sta succedendo se solo sapeste vi verrebbe un mancamento.. i cosiddetti miliardari sono addirittura arrivati a chiamarmi morta di fame perche sto premendo per avere ciò che mi spetta, ora vado per vie legali!

Mara ha detto...

Peccato che oggi Reato fa le stesse cose, se non peggio, con la sua Vitha Group.

Webmaster ha detto...

https://youtu.be/vnY60WJDGk4

Webmaster ha detto...

https://youtu.be/vnY60WJDGk4